I bambini e ragazzi con disturbo della condotta manifestano persistenti modalità di violazione dei diritti degli altri e delle norme di convivenza. Tali modalità comportamentali sono presenti sia nell'ambiente familiare e scolastico, sia in altri contesti.
È un disturbo poco frequente al di sotto degli 8 anni di età. Ciò che lo differenzia dal disturbo oppositivo provocatorio è soprattutto la presenza di manifestazioni molto accentuate di aggressività e di comportamenti devianti. Come l'ADHD e il disturbo oppositivo provocatorio, il disturbo della condotta è più frequente nei maschi. I casi più gravi di disturbo della condotta sono quelli con insorgenza precoce (al di sotto dei 10 anni) che tendono poi ad evolvere in disturbo antisociale di personalità in età adulta. Per parlare di “disturbo della condotta”, almeno 3 delle seguenti modalità comportamentali devono essersi manifestate almeno una volta negli ultimi 12 mesi e almeno una di esse deve essere stata espressa negli ultimi 6 mesi (APA, 2000): Aggressioni a persone o animali
Distruzione della proprietà
Gravi violazioni di regole
Sono diverse le ipotesi relative alle possibili cause del disturbo, alcune delle quali sono di natura genetica e biologica. Alcune ricerche hanno dimostrato livelli più bassi di dopamina, così come sono stati riscontrati livelli più alti di testosterone nei soggetti più aggressivi (Moffit, 1993). Inoltre, è stata rilevata un'elevata incidenza di disturbi psichiatrici e di abuso di sostanze nei genitori di soggetti con disturbo della condotta, oltre a una notevole frequenza di padri con comportamento antisociale e madri depresse. Riferimenti bibliografici: Di Pietro e Bassi (2013). L'intervento cognitivo-comportamentale per l'età evolutiva. Edizioni Erickson. |
Dott.ssa Maria Rosaria TamborrinoPsicologa e psicoterapeuta Archivio
Marzo 2023
Categorie |