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Kidpass: Mentecomportamento - Psicologi infantili

24/6/2015

 
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Mentecomportamento è una rete di psicologi cognitivo-comportamentali attualmente presente in molte regioni italiane.

Gli obiettivi perseguiti sono:
  • la promozione della salute mentale;
  • la prevenzione dei problemi del comportamento;
  • la terapia dei problemi del comportamento;
  • la prevenzione delle ricadute.

La dr.ssa Tamborrino opera nella sede di Martano e offre aiuto e sostegno sia per le problematiche dell’infanzia sia per quelle relative all’adolescenza.
Nella prima parte della consulenza, la dottoressa effettuerà:
  • Colloquio con il bambino o con l’adolescente
  • Eventuali test e/o questionari di approfondimento
  • Colloquio con i genitori

Alla fine di questa prima consulenza, la dr.ssa Tamborrino sarà in grado di spiegare quali sono le difficoltà del bambino o dell’adolescente e stilerà un programma di intervento, comprensivo di tempi e costi. I genitori possono richiedere una relazione scritta della valutazione.
Generalmente, i percorsi prevedono il coinvolgimento del bambino o del ragazzo per il miglioramento delle proprie capacità (di apprendimento, di comportamento e di gestione dell’emozione), insieme con le figure più significative dal punto di vista relazionale (genitori, insegnanti o altre figure significative).


Vedi: http://www.kidpass.it

Servizio di Orientamento Mentecomportamento

24/6/2015

 
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Al termine della scuola superiore molti studenti decidono di proseguire gli studi e di iscriversi all'università. Anche quando pensano di avere le idee chiare sul proprio futuro, tale scelta può portare a sentimenti di insicurezza e inadeguatezza. Ciò può condurre, talvolta, a compiere una scelta errata con il rischio che possa essere non adeguata alle proprie caratteristiche personali e ai propri reali interessi professionali. Alla base di ciò vi sono spesso la mancanza di una conoscenza approfondita delle proprie caratteristiche e potenzialità e la presenza di conoscenze distorte circa la professione prescelta.

Per questi motivi, gli studenti interessati ad iscriversi all'università possono rivolgersi al Servizio di Orientamento organizzato da Mentecomportamento e richiedere una consulenza che dia loro sostegno in un momento così importante della loro vita, al fine di compiere una scelta autonoma e consapevole rispetto al proprio futuro.

Mentecomportamento è una rete di psicologi e psicoterapeuti, il cui ricco percorso formativo, unito ad una solida esperienza nell'ambito lavorativo, garantisce ottime conoscenze e competenze per fornire strumenti e strategie per gestire una fase decisiva di cambiamento della propria vita.

Io appartengo a tale rete di professionisti, che si estende in molte regioni italiane, fornendo informazioni chiare e pratiche sul contesto universitario e lavorativo regionale, oltre che nazionale. 

Per maggiori informazioni: http://www.mentecomportamento.it

Come utilizzare il rinforzo positivo?

24/6/2015

 
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Il modo più efficace per modificare un comportamento è usare la tecnica del rinforzo. Infatti, i comportamenti che sono seguiti da un rinforzo positivo hanno maggiore probabilità di ripresentarsi. Esistono diversi tipi di rinforzo, tra cui i seguenti:
  • sociale (dare attenzione, fare un complimento, un sorriso);
  • concreto (un regalo).
L'impiego della tecnica del rinforzo è abbastanza semplice e comprensibile dal punto di vista teorico, ma non è altrettanto facile da mettere in pratica in modo corretto. Per esempio, alcuni genitori hanno difficoltà a manifestare la loro approvazione, a fare un elogio o un complimento, tendono alla parsimonia e riservano le manifestazioni gioiose e affettuose solo per quei momenti ritenuti eccezionali.

Ci sono invece genitori che tendono ad essere all'estremo opposto, dando troppo frequentemente rinforzi positivi, indipendentemente dal comportamento del bambino. In questo modo però il rinforzo rischia di perdere la sua efficacia perché non è direttamente collegato al comportamento da incrementare.
Per essere efficace infatti, un rinforzo deve essere infatti dato immediatamente dopo l'emissione del comportamento positivo.

In particolare, nelle fasi iniziali, il comportamento va rinforzato ogni volta che viene messo in atto. Successivamente, mano a mano che il comportamento diventa una modalità abituale di risposta, la frequenza e l'intensità di lodi e premi vanno diminuite.

Per i comportamenti più complessi sarebbe opportuno dividere l'azione in piccoli passi, rinforzando ogni successo raggiunto. La suddivisione in piccoli obiettivi fa sì che il bambino impari pian piano un comportamento difficile o composto da più passaggi intermedi. Il vantaggio di questo accorgimento è che rende il compito più facile.
Il rinforzo di tipo concreto, come giocattoli, è di grande utilità nella modificazione del comportamento. Alcuni genitori sono perplessi sull'uso dei rinforzi concreti, riferendo di avere la sensazione di "corrompere" il bambino affinché si comporti in un certo modo. Non dimentichiamo però che ognuno di noi lavora per ottenere un rinforzo concreto, come il denaro,  e la corretta accezione del termine "corruzione" prevede che qualcuno paghi qualcosa di illegale.

Fonte: Di Pietro M., Dacomo M. (2009). Largo arrivo io! Manuale di autoaiuto per i bambini iperattivi e i loro genitori. Edizioni Erickson.

Difficoltà e disturbo specifico dell'apprendimento: due concetti distinti

15/6/2015

 
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Molti bambini e ragazzi nel corso della loro vita scolastica incontrano momenti di particolare difficoltà negli apprendimenti (lettura, scrittura, calcolo). Tali difficoltà si possono manifestare con diversi gradi di gravità, incidendo sulle diverse disciplina e quindi sul rendimento scolastico in generale, provocando anche problemi di adattamento e autostima. 
Si tratta di una serie di problematiche che possono portare a disagio psicologico, a scarsa autostima e alla messa in atto di una serie di strategie di adattamento che sono spesso interpretate come scarso impegno, pigrizia o svogliatezza. A questo punto è importante chiarire la differenza tra il termine difficoltà di apprendimento, che fa riferimento a una qualsiasi generica difficoltà incontrata dallo studente in ambito scolastico, e il termine disturbo specifico dell'apprendimento, il quale sottende la presenza di un deficit più grave e specifico che viene indagato e verificato attraverso un procedimento clinico-diagnostico (Cornoldi, 1999; 2007).
Come distinguere tra difficoltà e disturbo di apprendimento? Il disturbo a differenza della difficoltà è innato e  resistente all'automatizzazione.

Fonte: Dislessia e altri DSA a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti (2013). Edizioni Erickson.

    Dott.ssa Maria Rosaria Tamborrino

    Psicologa e psicoterapeuta

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