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5 Suggerimenti per affrontare le proprie fobie passo dopo passo

31/3/2016

 
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Il termine "fobia" (secondo il Manuale Diagnostico DSM-IV TR) si riferisce ad una paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole, provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazione specifici (per esempio, volare, altezze, animali, sangue).
Come è possibile affrontare le fobie? 
  1. Innanzitutto è importante prenderne atto, invece di negarlo.
  2. Farsi aiutare da un amico fidato, un parente o da uno psicoterapeuta per prendere familiarità con l'oggetto temuto. Ad esempio, se si tratta di ragni, far mettere un ragno in un barattolo di vetro sigillato e osservarlo dall'esterno. Può essere utile annotare i pensieri e il livello di paura all'inizio e alla fine di ogni esperimento.
  3. Continuare ad esporsi gradualmente all'oggetto della fobia, ad intervalli regolari. Anche pochi istanti sono un passo importante per iniziare a desensibilizzarsi! 
  4. Sarebbe meglio non esporsi troppo presto all'oggetto maggiormente temuto, poiché potrebbe essere controproducente. E' meglio prepararsi con calma e farlo un po' alla volta, ma spesso.
  5. Valutare i progressi compiuti misurando i livelli di paura prima e dopo l'esposizione e annotare tutto sul diario dei pensieri. Complimentarsi per i successi ottenuti!

​Naturalmente, se la situazione risulta invalidante al punto di non riuscire a vivere serenamente la propria vita, nonostante diversi tentativi per superare la fobia, potrebbe essere utile rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta.

Riferimenti bibliografici: Sweet C. (2012). Cambia la tua vita con la TCC. Tecnica e pratica della Terapia Cognitivo-Comportamentale.

Questo articolo è stato pubblicato in precedenza su www.psicologionline.net.

Riflessioni sull'essere padre...

18/3/2016

 
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In occasione della festa del papà ho ripreso in mano il libro di Alessandro Volta, dal titolo “Mi è nato un papà. Anche i padri aspettano un figlio”. Si tratta di un regalo che ho fatto a mio marito quando ero in dolce attesa. Anche se è rivolto ai papà, l'ho letto volentieri e l'ho trovato ricco di informazioni essenziali e utili spunti di riflessioni circa la nascita e il primo anno di vita dei bambini.
Vorrei condividere con voi alcuni riflessioni tratte e rielaborate dalla parte introduttiva di questo libro.

Che cos'è la paternità? Non è affatto semplice rispondere a questa domanda. Il ruolo del padre è cambiato nel corso degli anni e il padre di oggi si è dovuto inventare una nuova funzione. Si è infatti passati da un padre escluso, in una società dove la nascita e la cura dei figli era una “cosa di donne”, ad un padre partecipe e attivo. Questo nuovo padre non ha avuto modelli precedenti e ha intrapreso una difficile transazione, che è ancora in corso.
​
Un aspetto positivo è che il padre di oggi ha la possibilità di maturare ed esprimere una paternità che non imita e non sostituisce la madre, ma che si mostra invece complementare e sinergica ad essa. Affinché questo processo possa realizzarsi pienamente occorre che la coppia modifichi la propria relazione alla luce dell'esperienza dell'arrivo e della presenza del figlio. Quindi, risulta fondamentale costruire un nuovo rapporto fondato sulla fiducia e sulla collaborazione reciproca.

Il figlio comprenderà presto che il papà e la mamma sono due persone diverse. I genitori diventano complementari e il bambino inizia a scoprire modi diversi di relazionarsi con gli altri.
In questa ridefinizione l'effetto finale sarà una coppia più forte e consapevole, in grado di presentare al figlio un modello di relazione che lui stesso potrà utilizzare quando verrà il suo momento.

Fonte: Volta A. (2012). Mi è nato un papà. Anche i padri aspettano un figlio. Universale Economica Feltrinelli

4 strategie per migliorare il comportamento dei propri figli

5/3/2016

 
Famiglia
Educare i propri figli richiede molta pazienza, costanza e impegno. Vediamo insieme alcune strategie utili nella gestione dei comportamenti problematici, che a volte possono rendere difficile la vita quotidiana dei genitori.

Stabilire un piano d'intervento
Innanzitutto occorre identificare i comportamenti problematici più frequenti. È importante prendere in considerazione un comportamento alla volta.
Il comportamento dovrebbe essere definito in modo dettagliato. Per esempio, una descrizione specifica può essere “Questa mattina Maria ha lanciato una gomma con le mani in classe”. Invece sarebbe meglio evitare un'affermazione generica come “Maria si comporta male”.
In particolare, una descrizione di un comportamento inadeguato dovrebbe rispondere alle domande “cosa”, “quando” e “come”, in modo da facilitare l'individuazione e la modifica dello stesso.
Naturalmente serve tanta pazienza!

Usare il rinforzo positivo
Il modo più efficace per modificare un comportamento inadeguato e favorirne uno funzionale è usare la tecnica del rinforzo. Infatti, i comportamenti che vengono premiati hanno una maggiore probabilità di manifestarsi. Quindi, il genitore dovrebbe selezionare un comportamento desiderabile e agire su di esso. 
Il rinforzo può essere:
  • sociale (un complimento, un sorriso);
  • concreto (un oggetto);
  • simbolico (un punto).
Benché questa tecnica appaia semplice sul piano teorico, la sua applicazione non è affatto facile. Ad esempio, alcuni genitori hanno difficoltà a fare un complimento, altri invece rinforzano troppo spesso i figli.
Un aspetto fondamentale è che il rinforzo deve essere dato subito dopo il comportamento positivo.

Essere coerenti
A volte in una coppia genitoriale uno dei due appare più severo e quindi rimprovera più spesso o mette in punizione il bambino e l'altro genitore invece appare più tollerante. Questo modo di essere genera confusione nel bambino che non riesce a capire a chi deve dare ascolto e tende a scegliere il genitore che propone qualcosa di più conveniente. Quindi, per quanto possa risultare difficile, i genitori dovrebbero cercare di stabilire una linea comune di gestione dei comportamenti del proprio figlio.

Consentire al bambino di compiere delle scelte
Lasciare che il bambino faccia delle scelte riveste un ruolo importante nel processo di crescita, al di là della sola modificazione del comportamento. Ad esempio, nella scelta di un vestito da indossare, una strategia potrebbe essere quella di fornirgli due alternative e consentirgli di decidere quale indossare.
Un genitore dovrebbe cercare di aiutare il bambino a pensare in modo indipendente e favorire la ricerca di soluzioni nella vita di tutti i giorni.

Riferimenti bibliografici: Di Pietro et al. (2009). Largo arrivo io! Edizioni Erickson

Questo articolo è stato pubblicato in precedenza su www.psicologionline.net.

    Dott.ssa Maria Rosaria Tamborrino

    Psicologa e psicoterapeuta

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