La comprensione da parte dell'insegnante degli errori compiuti dai suoi studenti è un processo fondamentale. Matthew Apps e colleghi della Royal Holloway, University of London hanno cercato di indagare in che modo il cervello di un insegnante elabora questo tipo di informazioni.
Nello studio sono stati coinvolti volontari di coppie studente-insegnante: al primo era chiesto di rispondere a un questionario al computer. L'insegnante doveva osservare le risposte e indicare se erano giuste o sbagliate, mentre era sottoposto ad una risonanza magnetica funzionale, tecnica in grado di evidenziare l'attività delle diverse regioni cerebrali. Dall'analisi dei dati è emerso che, nel cervello dell'insegnante, l’attività di una porzione della corteccia cingolata anteriore segnalava l'entità dell'errore delle risposte degli studenti durante il gioco. “Per un insegnante capire quello che pensano gli studenti è una parte vitale della professione, perché permette di fornire indicazioni utili all’apprendimento”, ha spiegato l'autore dello studio. “Il nostro studio ha identificato strutture neuronali ed elaborazioni cruciali per questa attività: i risultati forniscono una base sperimentale per comprendere anche come ciascuno di noi insegna agli altri, un elemento importante per sviluppare strumenti didattici innovativi”. Fonte: www.lescienze.it Sono degli specifici schemi di sincronizzazione fra le onde cerebrali alfa e beta di aree diverse del cervello a consentirci di ignorare gli stimoli sensoriali che potrebbero interferire con la nostra concentrazione. A scoprirlo è un gruppo di ricercatori della Brown University, del'Università di Harvard e del MIT che firmano un articolo sul “Journal of Neurosciences”.
Nel loro studio sui meccanismi della concentrazione, Stephanie Jones e colleghi hanno adottato una strategia inversa a quella usata in genere in queste ricerche, cercando di analizzare in che modo il cervello riesce a “distrarsi dalle distrazioni”: quando ci si concentra su qualcosa, infatti, è necessario ignorare tutto ciò che potrebbe distrarre. I loro risultati nascono dalle scansioni del cervello di 12 volontari, a cui era stato chiesto di concentrarsi su uno stimolo alla mano (o al piede) e ignorare tutto il resto, compresi eventuali stimoli all'altra parte del corpo. L'analisi dei dati ha permesso di rilevare chiari schemi di sincronizazione tra la regione della corteccia somatosensoriale che monitora le sensazioni della mano sinistra (o, rispettivamente, del piede sinistro) e la corteccia frontale inferiore destra (rIFC), una parte del cervello coinvolta nella soppressione delle azioni e dell'attenzione. In particolare, circa un secondo dopo che ai soggetti era stato detto di concentrare l'attenzione sulla sensazione che avrebbero provato, ma prima che fosse somministrato lo stimolo, è stata registrata una forte sincronia fra le onde alfa della rIFC e quelle della corteccia somatosensoriale che presiede alla parte da ignorare. Poco dopo la stimolazione, invece, i ricercatori hanno registrato in quelle stesse aree cerebrali un forte sincronizzazione delle onde beta. In altri termini: mentre la sincronizzazione delle onde alfa prepara il cervello a ignorare uno stimolo, quella delle onde beta corrisponde a un intervento attivo per sopprimere o ignorare una sensazione. I ricercatori hanno anche rilevato un significativo sfasamento di sincronia fra il ritmo alfa nel solco frontale inferiore dell'emisfero sinistro e la corteccia somatosensoriale relativa alla parte del corpo da ignorare: loro ipotesi è che questo sfasamento sia correlato alla decisione se ignorare o meno una sensazione. Ora Jones e colleghi intendono studiare le possibili applicazioni terapeutiche della scoperta, ossia se la manipolazione dei ritmi delle onde alfa e beta di specifiche parti della corteccia con tecniche di stimolazione cerebrale profonda possa essere usata per allontanare l'attenzione da un dolore, o perfino per sopprimerne la percezione. Fonte: www.lescienze.it |
Dott.ssa Maria Rosaria TamborrinoPsicologa e psicoterapeuta Archivio
Marzo 2023
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